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Il "decreto salva-Italia" (... ma gli italiani ce la faranno a salvarsi ?)

Il testo integrale del "decreto salva-Italia" così come formulato dal governo Monti, vale a dire prima del passaggio alle Camere, è reperibile cliccando qui.
Segue invece qui sotto un breve sunto, insieme all'analisi dei benefici e costi per le casse dello Stato conseguenti a ciascun punto del provvedimento.

La manovra complessiva vale oltre 30 miliardi per il triennio 2012-2014.
Di questi, 21,4 sono destinati alla correzione del deficit ; le risorse rimanenti servono a finanziare interventi di stimolo all'economia.
12,091 miliardi, il 56% del totale, viene dalla componente di maggiori entrate ; mentre dalle minori spese si ricavano 9,3 miliardi.
Sul fronte delle entrate le misure più incisive sono l'imposizione sulla casa (11 miliardi), l'aumento delle accise sui carburanti (4,8 miliardi), l'addizionale regionale IRPEF (oltre 2 miliardi), la tassa sulle attività finanziarie (1 miliardo nel 2012 ; 921 milioni nel 2013 ; 493 milioni nel 2014) e sui capitali condonati con lo scudo fiscale (2,1 miliardi per il biennio 2012 - 2013).
L'aumento delle aliquote Iva, che serve a dare attuazione alla clausola di salvaguardia della precedente manovra, vale 16,4 miliardi.
Sul lato delle spese la stretta sulle pensioni assicura più di 2 miliardi nel 2014 al netto degli effetti fiscali (la minore IRPEF per i mancati assegni) .

Quadro macroeconomico : l'Italia tornerà in recessione nel 2012
Il governo ha annunciato di aver ridotto a -0,4/-0,5% (da +0,6%) la previsione del PIL per il 2012 ; e sostanzialmente a zero (da +0,9%) la previsione per il 2013. Sconta così gli effetti negativi della manovra su un ciclo economico già in rapido deterioramento.
Alle critiche sul carattere recessivo della manovra Monti ha risposto che senza questo pacchetto di misure l'Italia rischia di finire "in una situazione simile a quella della Grecia".
Il governo ha confermato l'obiettivo di indebitamento all'1,6% del PIL nel 2013 e allo 0,1% nel 2014.

Contributivo pro-rata dal 2012
Salta fino al 2013 l'adeguamento all'inflazione degli assegni superiori al doppio del minimo Inps, poco meno di mille euro lordi. Da gennaio il sistema di calcolo contributivo si applicherà a tutti i versamenti secondo lo schema "pro rata".
Con l'abolizione delle pensioni di anzianità, dal 2012 si andrà in pensione con 42 anni e un mese di contributi per gli uomini e con 41 anni e un mese per le donne (i mesi diventeranno due nel 2013 e tre nel 2014).

Donne e uomini in pensione a 66 anni dal 2018
Accelera il percorso di graduale aumento dell'età per l'accesso alla pensione di vecchiaia delle donne impiegate nel settore privato.
La convergenza tra uomini e donne sarà raggiunta nel 2018 (non più nel 2026) ma a 66 anni.
L'età di accesso alla pensione di vecchiaia per le donne dipendenti del settore privato salirà a 62 anni nel 2012, a 63 anni e sei mesi dal primo gennaio 2014, a 65 anni nel 2016 e a 66 anni nel 2018. Se l'uscita avviene prima dei 62 anni scatta una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo.
Per le lavoratrici autonome la pensione di vecchiaia sarà garantita dal prossimo anno con un'età pari a 63 anni e mezzo nel 2012, a 64 anni e mezzo a partire dal 2014, a 65 anni e mezzo nel 2016 e a 66 anni nel 2018.
Gli uomini e le dipendenti pubbliche avranno diritto alla pensione di vecchiaia una volta compiuti i 66 anni già a partire dal 2012.

"Scure" sul patrimonio : tassati beni di lusso e titoli
Vengono inasprite le tasse sui beni di lusso come barche sopra i 10 metri di lunghezza, le auto con potenza superiore a 185 kilowatt e gli aerei privati.
Inoltre viene modificata l'attuale imposta di bollo sulle attività soggette a deposito titoli. Viene infatti introdotta un'imposizione proporzionale su tutte le attività finanziarie con l'eccezione di fondi pensione e fondi sanitari. L'aliquota ammonta allo 0,1% per il 2012 e allo 0,15% a partire dal 2013, con un importo minimo di 34,2 e massimo di 1.200 euro.
Il gettito atteso è di 1,043 miliardi nel 2012, 921,4 milioni nel 2013 e 493 milioni nel 2014.
In dettaglio, la tassazione dei posti-barca segue la seguente tabella :

Lunghezza dello scafo (metri) Tassa di stazionamento
Da 10,01 a 12 EUR 5
Da 12,01 a 14 EUR 8
Da 14,01 a 17 EUR 10
Da 17,01 a 24 EUR 30
Da 24,01 a 34 EUR 90
Da 34,01 a 44 EUR 207
Da 44,01 a 54 EUR 372
Da 54,01 a 64 EUR 521
Superiore a 64 EUR 703

Sono soggette alla tassa di stazionamento le imbarcazioni da diporto.
L'importo evidenziato nella tabella va pagato per ciascun giorno (o frazione) di stazionamento in acqua indipendentemente dalla nazionalità dell'imbarcazione e dell'armatore.
La tassa è dimezzata per
- le imbarcazioni fino a 12 metri nei comuni ubicati nelle isole minori e nella Laguna di Venezia, purché siano utilizzate esclusivamente dai proprietari residenti come proprio ordinario mezzo di locomozione ;
- le barche a vela (con motore ausiliario).

Tassa anche sui quattro scudi fiscali (già condonati)
Viene introdotta una tassa "straordinaria" dell'1,5% su tutti i 182,5 miliardi condonati tra il 2001-2002 e il 2009-2010 con le quattro edizioni dello scudo fiscale.
Spetta alle banche versare le somme dovute per conto dei contribuenti che hanno aderito alle sanatorie "in due rate di pari importo entro il 16 febbraio 2012 ed entro il 16 febbraio 2013 di ciascun anno". Il gettito atteso è di 2,190 miliardi nel biennio 2012-2013.

L'IMU vale 11 miliardi, dei quali il prelievo sulle prime case 3,8 miliardi
Il gettito atteso dalla tassazione sugli immobili è di 11 miliardi, dei quali 3,8 dalle prime case.
L'aliquota sulle prime case ammonta allo 0,4%. I comuni potranno aumentarla o diminuirla di 0,2 punti percentuali.
Per garantire la progressività dell'imposta è prevista una detrazione di 200 euro. L'aliquota sulle seconde e terze case è dello 0,76%. I comuni potranno aumentarla o diminuirla di 0,3 punti percentuali.
La rivalutazione delle rendite resta ferma al 5%. Aumentano però i moltiplicatori per il calcolo del valore catastale, che diviene per esempio 160 per le abitazioni classificate nel gruppo A, che sono la maggior parte.
Dal 2013 scatterà la nuova imposta su rifiuti e servizi che secondo il Governo produrrà 1 miliardo di gettito annuo.

Nuovo aumento dell'IVA dal 2012 per clausola salvaguardia
Come abbiamo amaramente già sperimentato, vi è stato un nuovo immediato aumento per le accise su benzina, benzina senza piombo, gasolio e gas naturale per autotrazione. Questo aumento dovrebbe generare nell'intero 2012 4,8 miliardi di maggiori entrate.
Dal primo ottobre del 2012 le aliquote Iva del 10 e del 21% saliranno di 2 punti percentuali per dare una parziale attuazione alla clausola di salvaguardia, su cui poggia un terzo dell'ultima manovra di Berlusconi. Dal 2014 le due aliquote saliranno di altri 0,5 punti percentuali. Secondo il governo il conseguente maggior gettito sarà di 3,28 miliardi nel 2012, 13,12 nel 2013 e 16,4 miliardi nel 2014.
L'aumento dell'imposta sui consumi non si applicherà solo nel caso in cui sia diventato legge entro settembre 2012 il processo di riduzione delle agevolazioni fiscali e assistenziali previsto dalla delega fiscale del governo Berlusconi.

Soglia contante a 1.000 euro
Qusta misura riguarda la lotta all'evasione: è ridotta a 1.000 euro (dagli attuali 2.500) la soglia massima per i pagamenti in denaro contante.
Il Governo introduce anche un regime "premiale", in pratica una semplificazione degli adempimenti fiscali, per imprese, commercianti e artigiani che inviano all'Agenzia delle entrate fatture emesse e ricevute.
I pagamenti delle spese sostenute dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali e dai loro enti avverranno d'ora in poi con strumenti telematici.

I nuovi tagli agli enti locali e l'addizionale regionale
La misura introduce nuovi tagli ai comuni per 1,45 miliardi l'anno e alle province per 415 milioni. Le regioni a statuto speciale contribuiranno con 920 milioni di minori trasferimenti.
La manovra aumenta inoltre dallo 0,9 all'1,23% l'addizionale regionale sull'IRPEF. Quest'ultimo punto genererà dal 2012 2,085 miliardi alle regioni ordinarie e 130 milioni a quelle a statuto speciale.

Garanzia statale su passività banche e crediti Bankitalia
Per fare fronte alla crisi di liquidità, fino al 30 giugno 2012 le banche italiane potranno chiedere la garanzia dello Stato sulle loro passività con scadenza da tre mesi fino a cinque anni.
Il Ministero dell'Economia, per fronteggiare gravi crisi di liquidità, potrà anche garantire i finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d'Italia alle banche italiane e alle succursali di banche estere in Italia.
L'articolo 9 della manovea, inoltre, consente di trasformare le imposte differite attive in crediti di imposta "anche relativamente alle perdite fiscali derivanti dalle svalutazioni di crediti e dalle quote correlate all'avviamento e alle altre attività immateriali deducibili in più periodi d'imposta".

Aumenta la deducibilità IRAP da IRES, premi sugli aumneti di capitale
Dal 2012 le imprese potranno dedurre dall'IRES un importo pari all'Irap che grava sulla "quota imponibile delle spese per il personale dipendente e assimilato".
Per stimolare la patrimonializzazione delle imprese viene istituito un regime fiscale di favore sulla remunerazione del capitale investito dagli azionisti, la cosiddetta ACE prevista dalla delega fiscale, che reintroduce sotto altra forma la Dual Income Tax ideata da Vincenzo Visco durante i governi del centrosinistra. Questa agevolazione vale 950 milioni nel 2012, 1,45 miliardi nel 2013 e circa 3 miliardi nel 2014.
Viene rifinanziato il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. L'obiettivo è quello di mettere a disposizione garanzie per circa 20 miliardi di credito.

Nuovo taglio del cuneo fiscale per uomini e donne sotto i 35 anni
La manovra prevede che per ogni lavoratore e lavoratrice assunto a tempo indeterminato la parte di costo del lavoro che l'impresa può dedurre annualmente dall'IRAP salga a 10.600 euro dagli attuali 4.600 (nel Sud a 15.200 da 9.200).
Il costo dell'operazione è pari a un miliardo di euro l'anno per ciascuno degli anni del periodo considerato.

Prima spinta alla concorrenza
La manovra liberalizza gli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali italiani.
Nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti la manovra liberalizza la vendita dei farmaci di fascia C (quelli non rimborsati dallo Stato) purché negli esercizi sia presente un farmacista.
Aumentano i poteri dell'Antitrust, che potrà impugnare i provvedimenti assunti dalle amministrazioni pubbliche lesivi della concorrenza.
L'Autorità per le Comunicazioni vigilerà sulle Poste e quella per l'Energia sul settore idrico.
A dirigenti, amministratori e sindaci di banche, società finanziarie e assicurative sarà d'ora in poi vietato assumere incarichi in gruppi concorrenti.