Gallina padovana alla "canevèra"

(ricetta che ho imparato da Urbano Manfrin)

Ingredienti :

Gallina padovana
2000 gr.
Sacchetto da cottura
1
Canna di bambù
1
Sale fino
25 gr. per Kg. di gallina
Mela verde
150 gr.
Sedano
50 gr.
Cipolla
80 gr.
Carote
80 gr.
Aglio
10 gr.
Chiodi di garofano
5 gr.
Alloro
3 gr.

Preliminari :
1) procurarsi un sacchetto di cellophane adatto alla cottura. Prestare attenzione : si tratta quindi di un materiale completamente diverso da quello per la conservazione dei cibi in frigo o freezer, poiché questo dovrà sopportare qualche ora di bollitura. Questo tipo di sacchetto si trova comunque normalmente nei supermercati, prodotto dalle medesime case che realizzano anche pellicole, alluminio e sacchetti per la conservazione dei cibi ;

2) procurarsi la canna di bambù (in dialetto veneto = "canevèra") : poiché è necessario che vi passi l'aria all'interno, mentre le canne sono naturalmente otturate in corrispondenza di ciascun nodo, si dovrà segare una canna di modo da conservare due nodi, più alcuni centimetri all'esterno di ciascuno dei due. Si dovrà quindi, con un trapano, intervenire dalle estremità per rimuovere completamente le occlusioni naturali. La necessità di questo intervento è la ragione per la quale la distanza di esecuzione dei tagli dai nodi non potrà essere molto grande ;

3) procurarsi per tempo anche una pentola adeguatamente dimensionata.

Esecuzione :
preparare e curare la gallina come se la si dovesse lessare (quindi, lasciandola intera).
Ben pulita, salarla bene sia all'interno che all'esterno utilizzando 25 gr. di sale per ogni chilo di carne. In pratica, si deve passare la mano piena di sale sia all'interno che all'esterno come se si volesse "massaggiare" la gallina.
Tenendo la gallina rovesciata (vale a dire, a zampe in su) farcirla con tutti i profumi di verdura e frutta, la mela verde sarà stata tagliata in quarti e privata del torsolo. Inserire nella gallina, penetrandola dal fondo, anche la canna di bambù.
Inserire il tutto nel sacchetto curando che l'estremità della canna ne fuoriesca e chiudere bene intorno a quest'ultima con uno spago lungo. Il tutto assomiglierà vagamente ad una specie di cornamusa.
Porre nella pentola e coprire d'acqua. Un mestolo posto orizzontalmente sopra la pentola (quindi, di lunghezza superiore al diametro della stessa) sarà utile per ancorare il sacchetto utilizzando le estremità dello spago. In questo modo la "canevèra" sarà posta nelle migliori condizioni per svolgere la propria funzione di sfiatatoio.
Attendere che arrivi ad ebollizione, e lasciare bollire molto a lungo. A titolo di riferimento, il tempo minimo è di due ore di ebollizione ; se la gallina è grossa considerare però almeno due ore e mezza.
Questa tecnica consente che la cottura venga rallentata, e di conseguenza che la carne della gallina abbia il tempo di permearsi di tutti gli aromi in essa contenuti. Si tratta in sostanza del principio della pentola a pressione, ma al contrario.
Alla fine della cottura il fondo del sacchetto avrà raccolto un liquido giallastro : si tratta degli umori rilasciati dalla gallina che potranno essere utilizzati per insaporire un buon brodo di carne.
Per il resto, la gallina potrà essere liberata di tutti gli aromi e servita con purè di patate.

Perla della tradizione gastronomica padovana, la gallina in canevèra (od in ricca alternativa la "pìta", vale a dire il tacchino; oppure ancora il cappone) è una ricetta che vanta secoli di tradizione. In origine, non esistendo i sacchetti per cucinare, veniva eseguita utilizzando la vescica del maiale.


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